SOUND STUDIO

studio e ricerca

SATIE, musique d’ameublement

Erik Alfred Leslie Satie, nato nel 1866 a Honfleur, è certamente la figura più atipica e per certi versi più ambigua tra tutti i compositori nell'intera storia della musica occidentale. Fino agli anni settanta, la stravaganza della sua creatività lo fece additare dagli ambienti accademici come music analphabet.

Fu proprio questo atteggiamento antiaccademico ad alimentare in John Cage l'interesse e l'entusiasmo nei confronti dell'arte del compositore francese. Queste le sue parole: “Per interessarsi a Erik Satie occorre cominciare non avendo interessi, accettare che un uomo sia un uomo, lasciar perdere le nostre illusioni sull'idea di ordine, di espressione dei sentimenti e tutti gli imbonimenti estetici di cui siamo gli eredi. Non si tratta di sapere se Satie è valido. Egli è indispensabile”.

ENO, ambient music

Un piovoso pomeriggio londinese come tanti. Era il 1974. Brian Eno camminava per Harrow Road, con la mente assorta in strane elucubrazioni compositive. I Roxy Music li aveva lasciati due anni prima e ora, dopo Taking Tiger Mountain (By Strategy), uscito nel novembre 1974, era concentrato su nuove idee. 

D'improvviso un colpo violentissimo, poi il buio. 

Un fatale attimo di distrazione, l'asfalto bagnato, un taxi che non frena in tempo. 

Quando riaprì gli occhi, si ritrovò nel letto della sua casa di Maida Vale. Notò nella stanza la presenza della sua amica musicista Judy Nylon. 

“Cosa mi è successo?”
“Ti ha investito un taxi, Brian. È un miracolo che tu sia vivo.”
“Investito? Non ricordo”
“Hai sbattuto la testa.. ora hai bisogno di dormire!”
“E per quanto?”
“Per un bel po'. Pensa solo a stare tranquillo. Ti ho portato un disco, 

qualcosa di rilassante... spero ti piaccia”.

CAGE, muzak plus

In una conferenza del 1948, John Cage espresse l’intenzione di vendere il suo celebre brano silenzioso alla Muzak Corporation. Il brano, originariamente chiamato Silent Prayer, fu completato nel 1952 con il nome 4’33’’, nello stesso anno in cui le Corti americane sentenziavano che l’ascolto forzato della musica non costituiva una violazione del Primo Emendamento. Forse per Cage il diritto ad essere lasciato in pace era così imprescindibile da indurlo a concepire il suo brano come qualcosa che, inserito nei programmi delle stazioni Muzak, potesse donare agli ascoltatori quattro minuti e mezzo di tregua dall’ascolto forzato.

A quei tempi la Muzak veniva trasmessa mediante la riproduzione di dischi in vinile a 78 giri. Il disco da dodici pollici poteva contenere fino a quattro minuti e mezzo di musica. Questo spiega la scelta di Cage circa la durata del suo brano silenzioso 4’33’’.

MUSIC POLLUTION

Nessuno è disposto ad ammettere che abbiamo sviluppato una dipendenza dalla musica. Impossibile. Nessuno sviluppa una dipendenza dalla musica e dalla TV e dalla radio. E’ solo che ne vogliamo sempre un pò di più. Più canali, uno schermo più grande, il volume più alto. Non possiamo farne a meno, ma per carità: dipendente io? [...] Nessuno è più padrone della propria mente. Non puoi concentrarti. Non puoi pensare. C’è sempre qualche rumore che si intromette. Cantanti che strillano. Gente morta che ride. Attori che piangono. Emozioni in piccole dosi. Questa gente che ha bisogno di tenere accesa la televisione o la radio sempre e comunque. Questa gente terrorizzata dal silenzio. Eccoli, sono i miei vicini.

Questi suono-dipendenti. Questi silenziofobi.

 

(Chuck Palahniuk, Ninna nanna

 

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